mercoledì 30 giugno 2010

Yes we can? No, un si pòle.

Come ben sapete, la piccola Zora è in addestramento. La verità, sincera come non mai, è che l'indole selvaggia di questa biondina renderà forse l'impresa impossibile, ma noi non demordiamo ed andiamo avanti, spinti dal motto del Presidente americano, il buon "bello, giovane e abbronzato".
Dunque.
"Yes, we can".
Ma noi toscani, da bravi bischeri, abbiamo ovviamente qualcosa di simile, unico nel proprio genere e tutto italiano.
Dunque.

"NO, UN SI PòLE".

Un si pòle che un padrone seduto obbligatoriamente su due ruote non abbia la possibilità di accedere in autonomia all'unica spiaggia per cani presente all'interno del Parco della Sterpaia, nel Comune di Piombino.
Un si pòle che non ci sia una pedana, un parcheggio, una passerella decente.
E poi proprio un si pòle che l'unico bagno nei paraggi sia una cabina in plastica (il famoso Sebac) certamente bellina e decorata ma pur sempre ridicola in quanto ad accessibilità.
Un si pòle accettare tutto questo nel duemiladieci.
Un si pòle non essere liberi di accedere, di entrare, di portare il proprio cane a fare il bagno e gioire nel vederlo correre libero, felice, tra sabbia e mare.
Forse, sul cartello in entrata, sotto la scritta relativa ai cani che riporta "io posso entrare", le autorità competenti dovranno aggiungerne un'altra, relativa ai "mentalmenteabili" diversamente abili in carrozzina che riporta "io non posso entrare".
Forse riusciremmo ad insegnare alla piccola Zora ad accedervi lei stessa, in autonomia, con un nuovo addestramento, mentre il suo padrone RESTA FUORI, SEDUTO.
E allora chiediamocelo davvero tutti insieme: "yes we can?"
La risposta nasce spontanea come spontanea è la nostra delusione:
"NO, UN SI PòLE!"

meliss@







martedì 29 giugno 2010

"Ode al cane" Pablo Neruda

Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda
senza parlare e i suoi occhi
sono due richieste umide, due fiamme
liquide che interrogano
e io non rispondo,
non rispondo perché
non so, non posso dir nulla.
In campo aperto andiamo
uomo e cane.
Brillano le foglie come
se qualcuno le avesse baciate
a una a una,
sorgono dal suolo tutte le arance
a collocare piccoli planetari
su alberi rotondi
come la notte, e verdi,
e noi, uomo e cane, andiamo
a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,
nella campagna cilena,
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si ferma,
insegue le api,
salta l'acqua trepida,
ascolta lontanissimi latrati,
orina sopra un sasso,
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
E' la sua freschezza affettuosa,
la comunicazione del suo affetto,
e proprio lì mi chiese
con i suoi due occhi,
perchè è giorno, perchè verrà la notte,
perchè la primavera
non portò nella sua canestra
nulla
per i cani randagi,
tranne inutili fiori,
fiori, fiori e fiori.
E così m'interroga il cane
e io non rispondo.
Andiamo uomo e cane uniti
dal mattino verde,
dall'incitante solitudine vuota
nella quale solo noi esistiamo,
questa unità fra cane con rugiada
e il poeta del bosco,
perchè non esiste l'uccello nascosto,
ne' il fiore segreto, ma solo trilli e profumi
per i due compagni:
un mondo inumidito dalle distillazioni della notte,
una galleria verde e poi un gran prato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che procede e l'antica amicizia,
la felicità d'essere cane e d'essere uomo
trasformata in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe e una coda con rugiada.

Il Tirreno. Per un mare accessibile.

«Serve un parcheggio per disabili alla dog beach»

PIOMBINO. Lorenzo Bini ha 25 anni e abita a Firenze. Cinque anni fa un incidente stradale gli ha cambiato la vita, costringendolo su una sedia a rotelle. Da qualche tempo ha acquistato casa nella zona della Sterpaia. «Oltre a una natura incontaminata, ho trovato nelle spiagge un luogo incantevole e accessibile», racconta con entusiasmo Lorenzo, innamorato dell’area del “Nano Verde” che frequenta assiduamente e in cui si sente totalmente autonomo, sia per l’accesso col suo mezzo che nel raggiungere la spiaggia e i servizi igienici senza accompagnatore. C’è un ma. Lorenzo ha una canina, con la quale sta affrontando un percorso di addestramento con la speranza di accrescere autonomia e tranquillità: «Il punto è che la “Dog Beach” di Perelli 1 è totalmente inaccessibile. Nonostante le guardie forestali mi abbiano cortesemente fornito le chiavi della sbarra che consente un accesso più ravvicinato allo stabilimento, ho rischiato seriamente di rimanere infossato nella sabbia. Una volta sceso dalla macchina, che ho parcheggiato in una sorta di micropineta perché lì non esiste un parcheggio, ho dovuto chiedere l’aiuto di due persone per raggiungere la spiaggia». Nella zona non ci sono servizi igienici accessibili, se non dalla parte opposta del canale, e Lorenzo, con la sua vescica neurologica, si trova ad avere la necessità di un bagno adatto alle sue esigenze, sempre vicino e accessibile in autonomia. Ecco cosa vorrebbe Lorenzo per sé e per chi si trova nella stessa situazione. Intanto, rendere praticabile il tratto di strada che separa il parcheggio esterno dallo stabilimento balneare “Dog Beach” di Perelli 1. Quindi, creare un parcheggio adiacente l’entrata allo stabilimento per vetture con contrassegno disabili certificati e autorizzati anche previo controllo. Lorenzo chiede anche l’accessibilità con pedane e rampe come è stato fatto al “Nano Verde”, dell’unica dog beach. E’ importante anche avere un wc accessibile in prossimità dello stabilimento. «Ovviamente - sottolinea - la mia richiesta si riferisce alla stagione corrente. Se nell’immediato tutto questo non fosse realizzabile, che almeno sia allestita una piccola area per cani, con padroni esclusivamente disabili, in spiaggia libera, vicino alla pedana accessibile». Lorenzo ha qualcosa da dire anche sull’aumento del costo dei parcheggi della zona mare: «Deduco - conclude - che possano portare un introito con cui si possano mettere a norma e rendere accessibili le aree che ancora non lo sono».

mercoledì 23 giugno 2010

Panta Rei