venerdì 2 luglio 2010

La nostra libertà finisce dove comincia quella di un altro?



Per ovviare al caldo estivo cittadino, decidiamo per un pomeriggio in piscina, qualche vasca al coperto per sgranchirsi un po' e via sotto il cielo azzurro, sempre più convinti che il nuoto sia uno sport incredibilmente importante sia per il corpo che per alleggerire i pensieri.
"Hidron", comune di Campi Bisenzio. Una sfilza di parcheggi per diversamente abili ci attende. La struttura è abbastanza accessibile, anche se, nonostante imponenti impianti e design contemporaneo, si potrebbe fare molto di più, soprattutto per quanto riguarda la sfera "doccia anti cloro post nuotata", dove è prevista una semplice sedia di plastica e non l'apposito seggiolino dalla solida struttura, fissato a parete, con maniglione adiacente. Comunque, possiamo chiudere un occhio, anche se il costo di ogni biglietto d'ingresso non è assolutamente popolare.
Arriviamo al perché di questo nuovo post.
Ci siamo accorti, e questo da molto tempo, ma la presenza in questo luogo ce lo ha riportato alla memoria un po' troppo spesso ultimamente, che i frequentatori fisicamente abili sono soliti lasciare le loro vetture, ovviamente senza apposito contrassegno, nell'area riservata ai diversamente abili. Troppo impegnativo parcheggiare leggermente più distante dall'entrata. Troppo impegnativo usare la testa.
E infine, proprio ieri sera, una volta usciti dalla piscina e raggiunta la nostra vettura, la Golf blu scura metallizzata che potrete vedere nella documentazione fotografica qui di seguito, Lorenzo si è ritrovato a non poter accedere al posto di guida in quanto qualcuno di veramente arguto e brillante aveva lasciato la propria auto, sprovvista di contrassegno, dove non avrebbe dovuto e per di più, nonostante tutti gli spazi vuoti intorno, aveva pure fatto un parcheggio improponibile che andava ad ostruire il passaggio allo sportello ed il passaggio all'interno della macchina.
Potevo spostarla io, certo. Potevo far finta di niente, entrare, fare retromarcia così da permettere a Lorenzo di accedervi liberamente.
Potevo.
Ma non l'ho fatto.
Non possiamo continuare a far finta di niente, assolutamente no.
E poi avevo una gran voglia di guardare negli occhi il simpatico autista.
Così, molto tranquillamente ma seria e decisa, mi sono recata alla reception e ho richiesto un annuncio con tanto di targa, che è stato ripetuto ben tre o quattro volte.
Nel mentre, personale addetto usciva a controllare con una faccia che lasciava trasparire un misto di mortificazione e rottura di scatole.
Avevamo tre opzioni:
1) aspettare il proprietario;
2)rigare la vettura ed andarcene;
3) chiamare i Vigili Urbani.
In attesa, abbiamo optato per la terza opzione, pertanto ho telefonato alla Municipale del Comune di Campi Bisenzio e ho fatto la mia segnalazione; mi è stato detto che momentaneamente non vi era nessuna pattuglia disponibile in zona (e tutto questo è ai limiti dell'assurdo, quando per risanare le casse comunali siamo in una città dove le multe fioccano come la neve in inverno a Canazei, e sovente senza seri motivazioni), ma che avevo fatto molto bene ad avvertirli e che si sarebbero attivati per monitorare più spesso, d'ora in avanti, il parcheggio in questione (e certo, se c'è da multare allora si corre, ma quando siamo disponibili e rilassati, non ovviamente quando un cittadino ne ha davvero necessità per una causa legittima e importante).
Mentre stavo per concludere la telefonata con il cortese vigile, ecco che spunta la proprietaria della Lancia color panna, in compagnia delle sue due amiche del cuore; senza dire niente fa per entrare in macchina, come se nulla fosse, quando con tono seccato le spiego la situazione.
La risposta è stata che erano veramente di fretta, che non si erano accorte di aver parcheggiato in un'area riservata (tutta delimitata da grandi strisce gialle cangianti a terra!) e che data la velocità con cui si trovavano a dover entrare avevano messo la macchina storta, poverine, non potevano farsi attendere sul bordo vasca o togliere del tempo alla cura della propria immagine negli spogliatoi.
Di diversamente abile, fortuna loro, non avevano nemmeno la punta di un capello.
Erano tre belle ragazze, giovani e molto trendy... ma il cervello forse è più importante dell'immagine che cerchiamo di costruire e che ci porta ad una superficialità che racconta soltanto una grande tristezza.
Invece di pensare alla testa solo per trucco e parrucco, dovremmo cominciare a usarla per capire che ci sono regole, ma soprattutto PERSONE da rispettare.
E che la nostra libertà finisce dove comincia quella di un altro.

meliss@





mercoledì 30 giugno 2010

Yes we can? No, un si pòle.

Come ben sapete, la piccola Zora è in addestramento. La verità, sincera come non mai, è che l'indole selvaggia di questa biondina renderà forse l'impresa impossibile, ma noi non demordiamo ed andiamo avanti, spinti dal motto del Presidente americano, il buon "bello, giovane e abbronzato".
Dunque.
"Yes, we can".
Ma noi toscani, da bravi bischeri, abbiamo ovviamente qualcosa di simile, unico nel proprio genere e tutto italiano.
Dunque.

"NO, UN SI PòLE".

Un si pòle che un padrone seduto obbligatoriamente su due ruote non abbia la possibilità di accedere in autonomia all'unica spiaggia per cani presente all'interno del Parco della Sterpaia, nel Comune di Piombino.
Un si pòle che non ci sia una pedana, un parcheggio, una passerella decente.
E poi proprio un si pòle che l'unico bagno nei paraggi sia una cabina in plastica (il famoso Sebac) certamente bellina e decorata ma pur sempre ridicola in quanto ad accessibilità.
Un si pòle accettare tutto questo nel duemiladieci.
Un si pòle non essere liberi di accedere, di entrare, di portare il proprio cane a fare il bagno e gioire nel vederlo correre libero, felice, tra sabbia e mare.
Forse, sul cartello in entrata, sotto la scritta relativa ai cani che riporta "io posso entrare", le autorità competenti dovranno aggiungerne un'altra, relativa ai "mentalmenteabili" diversamente abili in carrozzina che riporta "io non posso entrare".
Forse riusciremmo ad insegnare alla piccola Zora ad accedervi lei stessa, in autonomia, con un nuovo addestramento, mentre il suo padrone RESTA FUORI, SEDUTO.
E allora chiediamocelo davvero tutti insieme: "yes we can?"
La risposta nasce spontanea come spontanea è la nostra delusione:
"NO, UN SI PòLE!"

meliss@







martedì 29 giugno 2010

"Ode al cane" Pablo Neruda

Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda
senza parlare e i suoi occhi
sono due richieste umide, due fiamme
liquide che interrogano
e io non rispondo,
non rispondo perché
non so, non posso dir nulla.
In campo aperto andiamo
uomo e cane.
Brillano le foglie come
se qualcuno le avesse baciate
a una a una,
sorgono dal suolo tutte le arance
a collocare piccoli planetari
su alberi rotondi
come la notte, e verdi,
e noi, uomo e cane, andiamo
a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,
nella campagna cilena,
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si ferma,
insegue le api,
salta l'acqua trepida,
ascolta lontanissimi latrati,
orina sopra un sasso,
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
E' la sua freschezza affettuosa,
la comunicazione del suo affetto,
e proprio lì mi chiese
con i suoi due occhi,
perchè è giorno, perchè verrà la notte,
perchè la primavera
non portò nella sua canestra
nulla
per i cani randagi,
tranne inutili fiori,
fiori, fiori e fiori.
E così m'interroga il cane
e io non rispondo.
Andiamo uomo e cane uniti
dal mattino verde,
dall'incitante solitudine vuota
nella quale solo noi esistiamo,
questa unità fra cane con rugiada
e il poeta del bosco,
perchè non esiste l'uccello nascosto,
ne' il fiore segreto, ma solo trilli e profumi
per i due compagni:
un mondo inumidito dalle distillazioni della notte,
una galleria verde e poi un gran prato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che procede e l'antica amicizia,
la felicità d'essere cane e d'essere uomo
trasformata in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe e una coda con rugiada.

Il Tirreno. Per un mare accessibile.

«Serve un parcheggio per disabili alla dog beach»

PIOMBINO. Lorenzo Bini ha 25 anni e abita a Firenze. Cinque anni fa un incidente stradale gli ha cambiato la vita, costringendolo su una sedia a rotelle. Da qualche tempo ha acquistato casa nella zona della Sterpaia. «Oltre a una natura incontaminata, ho trovato nelle spiagge un luogo incantevole e accessibile», racconta con entusiasmo Lorenzo, innamorato dell’area del “Nano Verde” che frequenta assiduamente e in cui si sente totalmente autonomo, sia per l’accesso col suo mezzo che nel raggiungere la spiaggia e i servizi igienici senza accompagnatore. C’è un ma. Lorenzo ha una canina, con la quale sta affrontando un percorso di addestramento con la speranza di accrescere autonomia e tranquillità: «Il punto è che la “Dog Beach” di Perelli 1 è totalmente inaccessibile. Nonostante le guardie forestali mi abbiano cortesemente fornito le chiavi della sbarra che consente un accesso più ravvicinato allo stabilimento, ho rischiato seriamente di rimanere infossato nella sabbia. Una volta sceso dalla macchina, che ho parcheggiato in una sorta di micropineta perché lì non esiste un parcheggio, ho dovuto chiedere l’aiuto di due persone per raggiungere la spiaggia». Nella zona non ci sono servizi igienici accessibili, se non dalla parte opposta del canale, e Lorenzo, con la sua vescica neurologica, si trova ad avere la necessità di un bagno adatto alle sue esigenze, sempre vicino e accessibile in autonomia. Ecco cosa vorrebbe Lorenzo per sé e per chi si trova nella stessa situazione. Intanto, rendere praticabile il tratto di strada che separa il parcheggio esterno dallo stabilimento balneare “Dog Beach” di Perelli 1. Quindi, creare un parcheggio adiacente l’entrata allo stabilimento per vetture con contrassegno disabili certificati e autorizzati anche previo controllo. Lorenzo chiede anche l’accessibilità con pedane e rampe come è stato fatto al “Nano Verde”, dell’unica dog beach. E’ importante anche avere un wc accessibile in prossimità dello stabilimento. «Ovviamente - sottolinea - la mia richiesta si riferisce alla stagione corrente. Se nell’immediato tutto questo non fosse realizzabile, che almeno sia allestita una piccola area per cani, con padroni esclusivamente disabili, in spiaggia libera, vicino alla pedana accessibile». Lorenzo ha qualcosa da dire anche sull’aumento del costo dei parcheggi della zona mare: «Deduco - conclude - che possano portare un introito con cui si possano mettere a norma e rendere accessibili le aree che ancora non lo sono».

mercoledì 23 giugno 2010

Panta Rei

venerdì 28 maggio 2010

La passione è la forza,






















In un pomeriggio bolognese, straniti dai repentini cambiamenti climatici e catapultati bruscamente in una calda stagione estiva, con tanto di temporale, ci ritroviamo a girovagare tra espositori e stand per la manifestazione "Expo Sanità 2010".
Non solo termometri e cateteri e protesi, fortunatamente.
La presa di coscenza di un business in crescendo, sfortunatamente, che forse toglie molto alla ricerca.
Ma.
Tante persone e tanti sorrisi.
Energia e ottimismo.
Fiducia e coraggio.
Parti mancanti lasciano posto a installazioni bizzarre solo lontanamente immaginabili, necessarie per continuare a pattinare sulle strade della vita.
Perché la passione è la forza, una frase seguita non da un punto di chiusura ma da una virgola, per lasciare spazio a tutto ciò che sarà.
Per accettare ciò che manca e farlo soltanto per concentrarsi su ciò che c'è e che ci potrà essere, oggi come domani e ancora, avanti, sempre, andare avanti e non fermarsi mai, finché gli occhi hanno la spinta per cogliere ogni sfumatura ed il cuore la voglia di battere.

martedì 25 maggio 2010

Vita da mentalmenteabile.

Lentamente, comeduelumache appunto, andremo a tracciare un percorso che sia in grado di raccontarvi, attraverso semplici momenti di quotidianità, i pezzi di una vita da mentalmenteabile.
Sali.
Scendi.
Vesti.
Svesti.
Sarà un fare e un disfare, un andare e un tornare, un chiudere e un aprire, questo scorcio di vita.
Il protagonista sempre lo stesso, su due ruote a girare, vestito di gesti e ritmi spontanei... ma ricordatevi il "dietro le quinte": due occhi che meticolosamente riprendono scene e passaggi e si bagnano di sorrisi, e respirano la primavera. Perché dietro un ragazzo c'è necessariamente una grande e paziente e amorosa testolina dai riccioli dorati. Ovvia.


Nel paese delle libertà.




Nel paese delle libertà tutti fanno come gli pare. Ognuno tira l'acqua al proprio mulino e si disseta a piacimento. Nel paese delle libertà avvengono grandi magie... autisti di furgoni con braccia e gambe forti diventano improvvisamente diversamente abili, macchine sostano tranquillamente su passaggi pedonali di bianco strisciati, nipoti di nonni invalidi viaggiano al ritmo di gioventù su vetture contrassegnate da cartellini arancioni che lasciano riposare negli appositi spazi autorizzati, e nonostante esistano gigantesche ruote panoramiche e grattacieli e dispositivi tecnologici di ogni tipo e siamo da un bel po' al nucleare, amaramente, in una città è impossibile camminare o ruoteare che dir si voglia senza dover necessariamente rendersi conto di una distesa di ostacoli visibili agli occhi di tutti, mentalmenteabili e non.
Qualcuno dice che la propria libertà finisce dove comincia quella di qualcun'altro.
Ma come è possibile rintracciare quel margine, quella linea di confine davanti alla quale è giusto fare un passo indietro per non ostacolare il percorso altrui?
La ricetta magica è: un pizzico di sensibilità, qualche goccia di rispetto e una manciata di buonsenso.
Purtroppo non tutti sono dei piccoli e volenterosi chef, amanti di una buona tavola sulla quale si servono piatti profumati di storie di vita e calici di cortesia.
Ci sono irrazionali egoismi radicati nel profondo di un malato non pensare, solo dettati da una logica banale: "se non è toccato a me, se non sono io il protagonista sfortunato della triste storia, non mi riguarda ma... se è possibile, me ne approfitto, e firmo il tutto con un bel chi se ne frega".
Ci spieghiamo molte cose, a malincuore, di come gira il mondo, e mentre una carezza ed un bacio cercano di alleviare le tensioni che vengono generate da spiacevoli incontri e scontri giornalieri, con la fantasia disegnamo un grande martello, per darlo in testa a chi non ci va, con la speranza di rompere un guscio e aprire inaspettatamente un sentiero verso coscienze migliori.







martedì 27 aprile 2010

Ruote e Progetti


Diamo il benvenuto al Camper.
Come per la nascita di un bambino, quando un proverbio racconta che "ogni bambino porta il suo fagottino", ecco che questa novità ci porta nel cuore un progetto a scorrere su strade di pensieri.
Un cammino, già battuto, che si fonde col nostro.
Santiago de Compostela.
Ci sono cose che capitano.
Succede.
Capita che un pomeriggio di fine Aprile artigiani in Mostra stimolino i nostri occhi dentro una Fortezza.
Succede di fermarci a comprare un piccolo oggetto realizzato da mani che si muovono al suono di Flamenco, e di ricevere come omaggio un libro su quell'itinerario addormentato nella testa.
Capita che ruote in esposizione ci chiamino a sé con un effetto calamita...
E succede che la cortesia di una persona ci porti a credere di potercela fare.

Questo è il nostro progetto.
Trovare uno sponsor e un paio di compagni di viaggio.
Recuperare due biciclette reclinate e percorrere in un tempo indefinito, dettato dai ritmi del corpo e della natura, un viaggio spirituale e importante per aprire porte e finestre e spezzare gli ostacoli, i lucchetti, le catene.
E nel mentre, raccontarvi tutto, tramite parole e istantanee e sorrisi.

Abbiamo bisogno di una spinta...
Chissà che non capiti.
Forse... succederà...


Barriere... coralline!



C'è sempre una prima volta.
C'è un tempo per cercare di sistemare le cose, oltrepassando barriera dopo barriera di qualsivoglia forma e colore e... c'è un tempo per andarsela a cercare.
Appunto.
Non vi stranite... non si tratta di poca prudenza dettata da smanie adolescenziali...
Per accogliere al meglio la nuova stagione, entrandoci delicatamente, abbiamo deciso di accelerare i tempi andando a tuffarci prima della tanto agognata estate...
SHARM EL SHEIK!
Ci sarebbe tanto da raccontare, piccoli particolari e dettagli che, purtroppo o fortunatamente per voi cari amici lettori, abbiamo intenzione di risparmiarvi...
Scremando un po', ruotando in lungo e largo, come pedine di un gioco dell'oca tutto nostro, ci soffermeremo sulle tappe salienti...
Partenza da Bologna, levataccia mattutina, l'andata scivola via serenamente.
L'arrivo all'Hotel Savoy di Sharm accoglie e stupisce; strutture costruite ex novo su discariche, una nonna avrebbe detto in toscanaccio volgare "sopra liscio e sotto piscio" ma... giochiamo a fare le marionette di questo mondo di cartapesta, dove tutto è niente e l'arrosto è un miraggio offuscato da fumo.
Come potrete ben intendere, le vacanze impacchettate per incrementare il turismo di massa e far svanire il folkore, gli usi e i costumi e le tradizioni, ci lasciano un po' d'amaro in bocca ma...
Entusiasmo, siamo pur sempre in Egitto.
Lontani da piramidi e faraoni, beduini e cammelli, allontaniamo dai sogni un deserto che non c'è e ci lasciamo trasportare dal "così fan tutti"...
Potrà sembrare un ironico controsenso.
Un gioco che abbozza un sorriso sul volto.
Una strana casualità.
La cosa più bella che ci portiamo nel cuore si chiama... BARRIERA... e per la prima volta è colorata, meravigliosa, popolata di esseri silenziosi e pacifici... e per la prima volta ci libera in un mare blu che sembra cielo... maschera e boccaglio, uno sguardo d'intesa e un tuffo... svincolati dalle due ruote, che restano in solitaria a guardarci, stupite e felici di noi, ci immergiamo mano nella mano in un mondo sommerso.
Nuotare insieme e perderci in un abbraccio, senza alcun tipo di difficoltà motoria, di intralcio, di impedimento, di "barriera", ci regala una gioia senza tempo, spazio... e ogni paura si scioglie e diventa mare, e prende il sapore di quel sale che pizzica ancora i pensieri, che porta energia nel cuore, e che fa tanto tanto tanto bene.




martedì 30 marzo 2010

"Acca Due O"

In un percorso volto alla ricerca del benessere psico fisico, non dimentichiamoci l'importanza di ciò che in gran parte forma il nostro corpo e ci rende vivi... l'ACQUA!
Ambiente più idoneo ad accogliere una nuova esistenza, luogo dove ogni bambino libera felicemente il suo piccolo corpicino tutto in evoluzione, in questo mare di possibili esperienze e strade da camminare in direzione della città della salute e della serenità ci ritroviamo svincolati da ogni impatto aggressivo con la terra e magicamente leggeri.
Non ricordo posto migliore per sentirsi a proprio agio, oltre ogni massa corporea e adiposa.
E leggerezza fisica porta leggerezza di pensiero, distensione di nervi tesi come corde di violino e allevia quelle contrazioni che alterano i bioritmi facendoti ballare senza che tu ne abbia voglia.
Non molto tempo fa, per un giovane ragazzo è stato il momento di scegliere.
Tagliare.
Far cadere le foglie ormai morte e dare la possibilità ai rami secchi di rigenerarsi.
Abbiamo dato un nome a questo nostro fare.
Evoluzione.
Sovente i cambiamenti fanno paura, ci immobilizzano, rendendoci schiavi di un qualcosa che, in fondo, riesce soltanto a rallentare e danneggiare i processi di trasformazione necessari per crescere.
Tutto si crea e si trasforma, ma niente si distrugge. Quel che siamo stati, anche in negativo, è importante che resti nel bagaglio che ci porteremo ovunque in ogni giorno che ci sarà dato.
Ma più importante è capire che tagliare non significa necessariamente chiudere o perdere qualcosa che non tornerà più.
Vuol dire, semplicemente, aprirsi un varco per andare avanti e scoprire il nuovo che c'è dentro e intorno a noi.
Ampliare il raggio di veduta per visioni tridimensionali. Oltrepassare le apparenze per scavare sotto un terreno che credevamo sterile per scoprire, poi, che non lo era affatto.
E in quel campo di fertilità, cominciare a seminare non sogni, ma progetti di vita.

Immergerci nelle tiepide piscine nascoste sotto un grande capannone ha fatto sciogliere nodi di ansie e paure, rilassare le braccia per un abbraccio stretto e dolce, pieno di tutti quei progetti che i nostri desideri hanno intenzione di mostrare realizzati agli occhi aperti come finestre in un blu che sembra cielo ma non lo è, e sa di cloro...

...in CAM mino PER il mondo... aspettando il CAMPER!



Ed eccoci qua... dopo parole, ricerche, sogni, dopo fantasie e speranze, dopo ore di navigazione e telefonate, ci siamo.
Abbiamo il mezzo.
Non è molto, ma in fondo lo è.
Un tramite, appunto un mezzo per... viaggiare vedere conoscere imparare condividere curiosare colorando gli occhi con dita come pennelli strette su un volante...
Ovviamente, la domanda potrebbe nascervi spontanea come una piccola margherita su un prato verde in primavera... ma chi lo guida questo aggeggio tanto largo e lungo e pieno di comfort?

Ed eccoci qua, nuovamente...
La parola chiave è accessibilità.
Dunque, l'autista è... udite udite... il mentalmenteabile Lorenzo!
Chiamatela voglia di libertà, energia, gioia, ottimismo e fiducia... e pensate che tutto, principalmente, nasce dal pensiero felice di avere un cesso a portata di mano, proprio in prossimità del seggiolino di guida...
Strana la vita, non è vero?
Sapere che stai andando in posti mai battuti prima, e che non dovrai necessariamente farti in tanti pezzettini per constatare l'idoneità di luoghi e spazi dove dormire e andare in bagno e portare con te un amore e un'amica fedele...
Sapere che nonostante tutto, il viaggio della vita è ancora davanti a te, per mostrarti il meraviglioso di luoghi sconosciuti...
E allora non resta altro che attendere il momento giusto e fare spazio tra i ricordi per il nuovo che verrà...

Siete pronti a seguirci?
Noi lo siamo.
Siamo pronti per portarvi con noi, nel cuore, e riportarvi ad ogni ritorno la bellezza di ciò che resterà per sempre tra souvenir e istantanee... la magia di giorni indimenticabili.


sabato 27 marzo 2010

MiticaIndia!


Convinti che un momento di riflessione su noi stessi, persi nei meandri di ansie e complicazioni, sia necessario per raggiungere la fonte del nostro benessere interiore, in un tardo mattino di sole e nuvole ci incamminiamo verso un piccolo angolo d'oriente... direzione Marina di Carrara per... MiticaIndia!
Ci troviamo all'interno di una grande struttura con due padiglioni che accolgono stand e bancarelle e cominciamo a girovagare, con gli occhi pieni curiosità e le mani vogliose di toccare e indossare e l'olfatto pronto ad inalare profumi d'incensi e spezie...
Una si immerge tra collanine e stoffe e seminari di Yoga, l'altro "ruoteggia" in largo e lungo tentando invano di farle sorprese e di nascondersi nel mentre di acquisti spesso non condivisi e ancor più spesso criticati...
Anche se le alte aspettative restano sospese sulle nostre teste, ne usciamo molto più orientaleggianti, meditativi e primaverili, felici che l'indomani il sole resterà più a lungo a farci compagnia... e ci portiamo a casa una collanina e due braccialetti, una pietra per alleviare le nevrosi, qualche libro per aiutarci a conoscere noi stessi e raggiungere la pace, l'equilibrio e la gioia di esistere, un salvaschiena imbottito e una giacchina misto seta in stile decisamente fricchettone... e ci portiamo nel cuore un altro piccolo pezzetto del puzzle che giorno dopo giorno, con tanta fatica, andiamo lentamente costruendo... MiticaIndia!



venerdì 26 marzo 2010

Il Dio che dorme in ognuno di noi

Per il Dio che dorme sotto la nostra pelle, che sia una felice primavera questa nuova stagione.
Che porti serenità, coraggio, saggezza.
La forza di accettare, di cambiare, di conoscere.
Un piccolo quadro appeso nella sala d'attesa del Dottore delle punture d'ago.
Perché a volte, in un percorso verso la ricerca di una possibile guarigione, ci sono frasi che fanno bene, e aiutano a trovare la speranza per crederci ancora.
E' per questo che vogliamo condividerle.
Forse qualcuno ci troverà un sorriso.

mercoledì 17 marzo 2010

Dimenticando Siena...


Tra Ricciarelli e Pici, in un non troppo freddo pomeriggio di inizio Marzo, ci siamo resi conto che spesso gli ostacoli più grandi si trovano a due passi da casa.
Una meravigliosa città, rinomata nel mondo per lo storico Palio, persa nel cuore del Chianti e ritrovata da migliaia di turisti, meta di gastronomi e appassionati di suggestivi scorci paesaggistici, mentre apre le porte ad una rievocazione storica nella famosa Piazza del Campo, amaramente ci chiude l'accesso a tante meraviglie.
Salite e discese e una pavimentazione che ricorda incastri sbagliati di una partita a Tetris ci hanno fatto svanire quel tenero desiderio di spensieratezza e aria fresca.
Forse potremmo proporre al Sindaco dell'inaccessibile Siena di mettere un cartello antistante l'ingresso al centro della cittadina... ma sarebbe troppo esplicito, esageratamente rischioso, che stupidi siamo stati anche solo a pensarlo...
Meglio fingere che sia tutto perfetto.
Soprattutto quando si hanno gambe forti per camminare.

Addestrando si impara...


Addestrando si impara, ebbene sì...
Sono giorni di regole, comunicazione, tempo scandito da ritmi necessari all'apprendimento, toni forti e dolci attenzioni.
Sono giorni di fatica per colpa di spiacevoli eventi passati, di impegno per l'oggi e di sogni per un domani colorato e pieno di sole.
La piccola Zora ha sei mesi, cresce, e noi stiamo dedicando pezzi di giornate a metà tra due stagioni per renderla una brava canina, amorosa e ubbidiente, fedele e serena... chissà.
Chissà se riusciremo.
Chissà se sente tutto il nostro amore.
Chissà come sarà da grande.
E chissà come saremo noi, mentre ogni piccolo istante scorre e porta via qualcosa, e nel fluire ci lascia qualcosa di importante che sa di vita e che ha il sapore della primavera e di prati in fiore e disegna un grande parco verde e tre anime piene di speranze.
Noi.

lunedì 22 febbraio 2010

Matrioske

Idee.
Spesso, e non ce ne rendiamo conto, basta veramente poco per inventare, dando vita ad un qualcosa che in qualche strana maniera, fa parte di noi.
Una cornice e tanta, tanta pazienza nel mettere in una scatolina di legno, come nel gioco delle Matrioske, altre scatole e scatoline di... Cebion Lansox Lyrica Lioresal Cialis Microclismi Uraplex Ditropan Malox Froben Anafranil Borocillina Tauxib Zantac Antra...
Forti come lo stomaco che le ha digerite, e alquanto perplessi sugli effettivi benefici, ci apprestiamo a replicare... con la sola speranza che i nostri desideri, e i viaggi, e la serenità, possano sostituire tutto, posologie e quant'altro, con lettere d'amore.
Il prima possibile.