venerdì 2 luglio 2010

La nostra libertà finisce dove comincia quella di un altro?



Per ovviare al caldo estivo cittadino, decidiamo per un pomeriggio in piscina, qualche vasca al coperto per sgranchirsi un po' e via sotto il cielo azzurro, sempre più convinti che il nuoto sia uno sport incredibilmente importante sia per il corpo che per alleggerire i pensieri.
"Hidron", comune di Campi Bisenzio. Una sfilza di parcheggi per diversamente abili ci attende. La struttura è abbastanza accessibile, anche se, nonostante imponenti impianti e design contemporaneo, si potrebbe fare molto di più, soprattutto per quanto riguarda la sfera "doccia anti cloro post nuotata", dove è prevista una semplice sedia di plastica e non l'apposito seggiolino dalla solida struttura, fissato a parete, con maniglione adiacente. Comunque, possiamo chiudere un occhio, anche se il costo di ogni biglietto d'ingresso non è assolutamente popolare.
Arriviamo al perché di questo nuovo post.
Ci siamo accorti, e questo da molto tempo, ma la presenza in questo luogo ce lo ha riportato alla memoria un po' troppo spesso ultimamente, che i frequentatori fisicamente abili sono soliti lasciare le loro vetture, ovviamente senza apposito contrassegno, nell'area riservata ai diversamente abili. Troppo impegnativo parcheggiare leggermente più distante dall'entrata. Troppo impegnativo usare la testa.
E infine, proprio ieri sera, una volta usciti dalla piscina e raggiunta la nostra vettura, la Golf blu scura metallizzata che potrete vedere nella documentazione fotografica qui di seguito, Lorenzo si è ritrovato a non poter accedere al posto di guida in quanto qualcuno di veramente arguto e brillante aveva lasciato la propria auto, sprovvista di contrassegno, dove non avrebbe dovuto e per di più, nonostante tutti gli spazi vuoti intorno, aveva pure fatto un parcheggio improponibile che andava ad ostruire il passaggio allo sportello ed il passaggio all'interno della macchina.
Potevo spostarla io, certo. Potevo far finta di niente, entrare, fare retromarcia così da permettere a Lorenzo di accedervi liberamente.
Potevo.
Ma non l'ho fatto.
Non possiamo continuare a far finta di niente, assolutamente no.
E poi avevo una gran voglia di guardare negli occhi il simpatico autista.
Così, molto tranquillamente ma seria e decisa, mi sono recata alla reception e ho richiesto un annuncio con tanto di targa, che è stato ripetuto ben tre o quattro volte.
Nel mentre, personale addetto usciva a controllare con una faccia che lasciava trasparire un misto di mortificazione e rottura di scatole.
Avevamo tre opzioni:
1) aspettare il proprietario;
2)rigare la vettura ed andarcene;
3) chiamare i Vigili Urbani.
In attesa, abbiamo optato per la terza opzione, pertanto ho telefonato alla Municipale del Comune di Campi Bisenzio e ho fatto la mia segnalazione; mi è stato detto che momentaneamente non vi era nessuna pattuglia disponibile in zona (e tutto questo è ai limiti dell'assurdo, quando per risanare le casse comunali siamo in una città dove le multe fioccano come la neve in inverno a Canazei, e sovente senza seri motivazioni), ma che avevo fatto molto bene ad avvertirli e che si sarebbero attivati per monitorare più spesso, d'ora in avanti, il parcheggio in questione (e certo, se c'è da multare allora si corre, ma quando siamo disponibili e rilassati, non ovviamente quando un cittadino ne ha davvero necessità per una causa legittima e importante).
Mentre stavo per concludere la telefonata con il cortese vigile, ecco che spunta la proprietaria della Lancia color panna, in compagnia delle sue due amiche del cuore; senza dire niente fa per entrare in macchina, come se nulla fosse, quando con tono seccato le spiego la situazione.
La risposta è stata che erano veramente di fretta, che non si erano accorte di aver parcheggiato in un'area riservata (tutta delimitata da grandi strisce gialle cangianti a terra!) e che data la velocità con cui si trovavano a dover entrare avevano messo la macchina storta, poverine, non potevano farsi attendere sul bordo vasca o togliere del tempo alla cura della propria immagine negli spogliatoi.
Di diversamente abile, fortuna loro, non avevano nemmeno la punta di un capello.
Erano tre belle ragazze, giovani e molto trendy... ma il cervello forse è più importante dell'immagine che cerchiamo di costruire e che ci porta ad una superficialità che racconta soltanto una grande tristezza.
Invece di pensare alla testa solo per trucco e parrucco, dovremmo cominciare a usarla per capire che ci sono regole, ma soprattutto PERSONE da rispettare.
E che la nostra libertà finisce dove comincia quella di un altro.

meliss@





mercoledì 30 giugno 2010

Yes we can? No, un si pòle.

Come ben sapete, la piccola Zora è in addestramento. La verità, sincera come non mai, è che l'indole selvaggia di questa biondina renderà forse l'impresa impossibile, ma noi non demordiamo ed andiamo avanti, spinti dal motto del Presidente americano, il buon "bello, giovane e abbronzato".
Dunque.
"Yes, we can".
Ma noi toscani, da bravi bischeri, abbiamo ovviamente qualcosa di simile, unico nel proprio genere e tutto italiano.
Dunque.

"NO, UN SI PòLE".

Un si pòle che un padrone seduto obbligatoriamente su due ruote non abbia la possibilità di accedere in autonomia all'unica spiaggia per cani presente all'interno del Parco della Sterpaia, nel Comune di Piombino.
Un si pòle che non ci sia una pedana, un parcheggio, una passerella decente.
E poi proprio un si pòle che l'unico bagno nei paraggi sia una cabina in plastica (il famoso Sebac) certamente bellina e decorata ma pur sempre ridicola in quanto ad accessibilità.
Un si pòle accettare tutto questo nel duemiladieci.
Un si pòle non essere liberi di accedere, di entrare, di portare il proprio cane a fare il bagno e gioire nel vederlo correre libero, felice, tra sabbia e mare.
Forse, sul cartello in entrata, sotto la scritta relativa ai cani che riporta "io posso entrare", le autorità competenti dovranno aggiungerne un'altra, relativa ai "mentalmenteabili" diversamente abili in carrozzina che riporta "io non posso entrare".
Forse riusciremmo ad insegnare alla piccola Zora ad accedervi lei stessa, in autonomia, con un nuovo addestramento, mentre il suo padrone RESTA FUORI, SEDUTO.
E allora chiediamocelo davvero tutti insieme: "yes we can?"
La risposta nasce spontanea come spontanea è la nostra delusione:
"NO, UN SI PòLE!"

meliss@







martedì 29 giugno 2010

"Ode al cane" Pablo Neruda

Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda
senza parlare e i suoi occhi
sono due richieste umide, due fiamme
liquide che interrogano
e io non rispondo,
non rispondo perché
non so, non posso dir nulla.
In campo aperto andiamo
uomo e cane.
Brillano le foglie come
se qualcuno le avesse baciate
a una a una,
sorgono dal suolo tutte le arance
a collocare piccoli planetari
su alberi rotondi
come la notte, e verdi,
e noi, uomo e cane, andiamo
a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,
nella campagna cilena,
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si ferma,
insegue le api,
salta l'acqua trepida,
ascolta lontanissimi latrati,
orina sopra un sasso,
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
E' la sua freschezza affettuosa,
la comunicazione del suo affetto,
e proprio lì mi chiese
con i suoi due occhi,
perchè è giorno, perchè verrà la notte,
perchè la primavera
non portò nella sua canestra
nulla
per i cani randagi,
tranne inutili fiori,
fiori, fiori e fiori.
E così m'interroga il cane
e io non rispondo.
Andiamo uomo e cane uniti
dal mattino verde,
dall'incitante solitudine vuota
nella quale solo noi esistiamo,
questa unità fra cane con rugiada
e il poeta del bosco,
perchè non esiste l'uccello nascosto,
ne' il fiore segreto, ma solo trilli e profumi
per i due compagni:
un mondo inumidito dalle distillazioni della notte,
una galleria verde e poi un gran prato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che procede e l'antica amicizia,
la felicità d'essere cane e d'essere uomo
trasformata in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe e una coda con rugiada.

Il Tirreno. Per un mare accessibile.

«Serve un parcheggio per disabili alla dog beach»

PIOMBINO. Lorenzo Bini ha 25 anni e abita a Firenze. Cinque anni fa un incidente stradale gli ha cambiato la vita, costringendolo su una sedia a rotelle. Da qualche tempo ha acquistato casa nella zona della Sterpaia. «Oltre a una natura incontaminata, ho trovato nelle spiagge un luogo incantevole e accessibile», racconta con entusiasmo Lorenzo, innamorato dell’area del “Nano Verde” che frequenta assiduamente e in cui si sente totalmente autonomo, sia per l’accesso col suo mezzo che nel raggiungere la spiaggia e i servizi igienici senza accompagnatore. C’è un ma. Lorenzo ha una canina, con la quale sta affrontando un percorso di addestramento con la speranza di accrescere autonomia e tranquillità: «Il punto è che la “Dog Beach” di Perelli 1 è totalmente inaccessibile. Nonostante le guardie forestali mi abbiano cortesemente fornito le chiavi della sbarra che consente un accesso più ravvicinato allo stabilimento, ho rischiato seriamente di rimanere infossato nella sabbia. Una volta sceso dalla macchina, che ho parcheggiato in una sorta di micropineta perché lì non esiste un parcheggio, ho dovuto chiedere l’aiuto di due persone per raggiungere la spiaggia». Nella zona non ci sono servizi igienici accessibili, se non dalla parte opposta del canale, e Lorenzo, con la sua vescica neurologica, si trova ad avere la necessità di un bagno adatto alle sue esigenze, sempre vicino e accessibile in autonomia. Ecco cosa vorrebbe Lorenzo per sé e per chi si trova nella stessa situazione. Intanto, rendere praticabile il tratto di strada che separa il parcheggio esterno dallo stabilimento balneare “Dog Beach” di Perelli 1. Quindi, creare un parcheggio adiacente l’entrata allo stabilimento per vetture con contrassegno disabili certificati e autorizzati anche previo controllo. Lorenzo chiede anche l’accessibilità con pedane e rampe come è stato fatto al “Nano Verde”, dell’unica dog beach. E’ importante anche avere un wc accessibile in prossimità dello stabilimento. «Ovviamente - sottolinea - la mia richiesta si riferisce alla stagione corrente. Se nell’immediato tutto questo non fosse realizzabile, che almeno sia allestita una piccola area per cani, con padroni esclusivamente disabili, in spiaggia libera, vicino alla pedana accessibile». Lorenzo ha qualcosa da dire anche sull’aumento del costo dei parcheggi della zona mare: «Deduco - conclude - che possano portare un introito con cui si possano mettere a norma e rendere accessibili le aree che ancora non lo sono».

mercoledì 23 giugno 2010

Panta Rei

venerdì 28 maggio 2010

La passione è la forza,






















In un pomeriggio bolognese, straniti dai repentini cambiamenti climatici e catapultati bruscamente in una calda stagione estiva, con tanto di temporale, ci ritroviamo a girovagare tra espositori e stand per la manifestazione "Expo Sanità 2010".
Non solo termometri e cateteri e protesi, fortunatamente.
La presa di coscenza di un business in crescendo, sfortunatamente, che forse toglie molto alla ricerca.
Ma.
Tante persone e tanti sorrisi.
Energia e ottimismo.
Fiducia e coraggio.
Parti mancanti lasciano posto a installazioni bizzarre solo lontanamente immaginabili, necessarie per continuare a pattinare sulle strade della vita.
Perché la passione è la forza, una frase seguita non da un punto di chiusura ma da una virgola, per lasciare spazio a tutto ciò che sarà.
Per accettare ciò che manca e farlo soltanto per concentrarsi su ciò che c'è e che ci potrà essere, oggi come domani e ancora, avanti, sempre, andare avanti e non fermarsi mai, finché gli occhi hanno la spinta per cogliere ogni sfumatura ed il cuore la voglia di battere.

martedì 25 maggio 2010

Vita da mentalmenteabile.

Lentamente, comeduelumache appunto, andremo a tracciare un percorso che sia in grado di raccontarvi, attraverso semplici momenti di quotidianità, i pezzi di una vita da mentalmenteabile.
Sali.
Scendi.
Vesti.
Svesti.
Sarà un fare e un disfare, un andare e un tornare, un chiudere e un aprire, questo scorcio di vita.
Il protagonista sempre lo stesso, su due ruote a girare, vestito di gesti e ritmi spontanei... ma ricordatevi il "dietro le quinte": due occhi che meticolosamente riprendono scene e passaggi e si bagnano di sorrisi, e respirano la primavera. Perché dietro un ragazzo c'è necessariamente una grande e paziente e amorosa testolina dai riccioli dorati. Ovvia.